Séraphîta by de Balzac Honoré

Séraphîta by de Balzac Honoré

autore:de Balzac, Honoré [de Balzac, Honoré]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2021-06-14T22:00:00+00:00


V

GLI ADDII

Nell’uomo si manifesta un fenomeno sconfortante per gli spiriti meditativi che ambiscono a scoprire un senso nel cammino delle società e a formulare leggi di progressione per il movimento dell’intelligenza. Per quanto grande sia un fatto e, potessero esistere fatti sovrannaturali, per quanto strabiliante fosse un miracolo operato pubblicamente, il lampo del fatto in questione, la folgore del miracolo sprofonderebbero nell’oceano morale e la sua superficie, a malapena agitata da un fuggevole ribollio, non tarderebbe a riprendere le fluitazioni abituali.

Spieghiamoci meglio. La Voce passa attraverso le fauci dell’Animale? La Mano scrive caratteri sui fregi della sala dove la Corte si abbandona agli stravizi? L’Occhio veglia sul sonno del re? Il Profeta giunge per spiegargli il sogno? Il Morto evocato si erge nelle regioni luminose dove le facoltà rivivono? Lo Spirito schiaccia la Materia ai piedi della scala mistica dei Sette Mondi Spirituali fermatisi l’uno sull’altro nello spazio e che si rivelano nelle onde splendenti che ricadono in cascate sui gradini del Sagrato celeste? Per quanto profonda possa essere la Rivelazione interiore e per quanto possa essere visibile la Rivelazione esteriore, l’indomani Balaam dubita dell’asina e di se stesso, Baldassare e il Faraone chiamano due Veggenti – Mosè e Daniele – perché commentino la Parola. Lo Spirito giunge, trasporta con sé l’uomo sopra la terra, solleva per lui i mari, gliene fa vedere il fondo, gli mostra le specie scomparse, per lui rianima le ossa disseccate che colmano con la loro polvere la grande vallata:l’Apostolo scrive l’Apocalisse. Venti secoli dopo la scienza umana dà ragione all’Apostolo e traduce le sue immagini in assiomi. Ma che conta tutto questo? La massa seguita a vivere come viveva ieri, come viveva al tempo della prima olimpiade, come viveva all’indomani della creazione, o come viveva alla vigilia della grande catastrofe. Il Dubbio copre tutto con i suoi flutti. Gli stessi marosi battono con uno stesso movimento il granito umano che pone il limite all’oceano dell’intelligenza. L’uomo, dopo essersi domandato se ha visto ciò che ha visto, se ha compreso bene le parole dette, se un fatto era un fatto, se un’idea era un’idea, riprende la sua andatura, pensa ai suoi affari, obbedisce a non so quale valletto che segue la Morte, all’oblio che copre con il suo mantello nero un’antica Umanità della quale la nuova non conserva neppure una lontana memoria. L’Uomo non cessa di andare, di camminare, di crescere vegetativamente sino al giorno in cui la Scure lo abbatte. La potenza di questi flutti, la forte pressione delle acque salmastre che bloccano ogni progresso, impediscono sicuramente, d’altro canto, anche la morte. Fra gli esseri superiori gli Spiriti preparati alla fede scorgono solo la scala mistica di Giacobbe.

Dopo aver ascoltato la risposta con la quale Séraphîta, interrogata tanto seriamente, aveva spiegato l’immensità divina a somiglianza di un organo che colma una chiesa della sua musica tonante e rivela l’universo musicale diffondendo sino alle volte più inaccessibili i suoi gravi concenti e sfiora, come la luce, le più delicate volute dei capitelli, Wilfrid rientrò nella



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